Giuseppe Di Vittorio e Michele Sacco. La poesia che canta la terra, i lavoratori, la natura e la libertà.
Si è tenuto in data 30 novembre 2021, alle ore 19:00, presso la sede dell’associazione Casa Di Vittorio, il secondo evento del programma “Cerignola riabbraccia Di Vittorio”.
L’incontro di lettura partecipata ha visto intervenire le volontarie del Servizio Civile Universale 2021 operanti presso l’associazione, che hanno guidato la serata, selezionando dai suoi libri, che egli ha donato all’associazione, alcune poesie significative, che illustrassero ad esempio il suo legame con la terra, la stessa terra usata come metafora dell’eterna lotta padroni/cafoni, e altre che narrassero della sua ammirazione e amicizia con Giuseppe Di Vittorio. I presenti sono intervenuti a condividere altre poesie in vernacolo e aneddoti sullo stesso Michele, che alcuni hanno avuto modo di conoscere di persona.
Di seguito alcune delle poesie lette durante la serata, tratte dal libro “Un po’ di tutto. Favole, filastrocche e poesie”, consultabile e acquistabile presso la nostra sede, e una galleria fotografica della serata.
Il piccolo Peppino
Seppur nel misero buio / qui nacque il sol dell’avvenir / in questa terra povera e arida.
Di nome lo chiamarono Peppino / ed era così bello e piccolino / man mano che cresceva / stava sempre insieme a tutti quanti.
A sei anni lo mandarono a scuola / Peppino se la prese a tutto cuore / il suo era un dono di natura / e gli voleva bene il professore.
Dalla miseria era circondato / ma lui non era affatto spaventato / coraggio si faceva tutti i giorni / ed alla scuola sempre continuò.
Il povero papà era ammalato / e dopo giorni solo fu lasciato / si rivolse solo a mamma Rosa / non ti farò mancare nessuna cosa.
Alla campagna lui si avviò / ma lo studio non dimenticò / lavorava e dopo studiava / e a tutti i suoi compagni spiegava.
Lui difendeva sempre tutti quanti/ ma in prima fila c’erano i braccianti / muratori fabbri operai / su questa terra noi dobbiam lottar.
Dello sfruttamento risentiva / e quasi tutti i giorni protestava / ma di lottar non si stancava mai.
Su compagni andiamo sempre avanti / interessati siamo tutti quanti / cerchiamo d’isolare sti padroni / e rafforziamoci noi che siamo cafoni.
L’asino pugliese
L’asino pugliese aveva una tale pazienza che tutti i giorni si metteva dietro il suo padrone facendo il suo dovere, tirando l’acqua dal pozzo per darla alla terra. Il suo buon padrone un giorno disse “Fermati, ti ho portato da mangiare, ecco un sacchetto di paglia fresca!”. L’asino lo guardò stanco del suo lavoro e senza batter ciglio riprese a fare il suo dovere tirando l’acqua su dal profondo pozzo. Un giorno a sentire sempre l’ipocrita frase l’asino rispose “Credi forse che a me non piace il fieno dai mille sapori, oppure la fresca lattuga o i teneri cavoli che mi circondano? L’uomo a volte prende gusto delle cose scadenti, ma in realtà debbo accettare ciò che mi vien dato perchè non ho altre alternative”.
Ma un giorno disse l’asino al padrone: Se non mi tratterai come io vorrò ti schiaccerò per sempre sotto le mie zampe e troverò di meglio come vivere a parità degli altri.