…io non dimentico mai la parola di Peppino Di Vittorio, mi devono tagliare la testa e non posso dire nemmeno un’avemaria se non è presente lui davanti a me. Con ciò io tengo sempre la parola di Di Vittorio. E quello ch’ho passato…(…) alla banchina, alla carriola, allo zappudd’, a rompere le zolle, a cogliere le olive, a zappare, a cogliere i gregn’, a porgere il forcone. Poi io facevo la caporale, dice: “Caporale, tu devi venire alla carriola”, sono andata alla carriola. Lascia la carriola, “Adesso devi andare a lavorare sui cavalli”, a tirare le gregn’ (…) e tiravamo poi sul carretto, che portava la macchina. Vuol dire che io sono stata martire in tutte le maniere (…). E allora la parola di Di Vittorio io non dimentica mai, manco se mi tagliano la testa e mi mettono alla fucilazione. Non l’aspettavamo dal Signore che faceva quella brutta morte, no, non l’aspettavamo. Noi dovevamo avere la grazia e il Signore non ce l’ha voluta concedere la grazia, per nessuna ragione. Però abbiamo avuto una promessa, di Peppino Di Vittorio, che non c’è più quella legge di prima, che ci trattavano come i cani, come i cavalli ci trattavano (…). E dobbiamo ringraziare sempre la parola di Peppino Di Vittorio, che non ci fa stare soggetti i figli (…). E noi dobbiamo rispettare sempre la parola di Peppino Di Vittorio che ci dà il pane da mangiare finchè il Signore ci ripiglia (…). Anche mia sorella, che era cieca, e diceva che “Io devo andare a sentire il comizio di Peppino Di Vittorio vicino al Carmine” e gli portavo la sedia, diceva: “Io non posso andare in nessun posto, nè feste, nè questo, nè là. Voglio andare alla predica, al comizio che fa Di Vittorio. (…) E non dimenticava mai la parola di Peppino Di Vittorio, sempre, quando lo sentiva, con tutto che non vedeva; quando passava la festa del Primo Maggio a battere sempre le mani. E che cosa vedeva? Non vedeva, ma sempre la parola sua. Quand’era la festa del Primo Maggio, il quadro grosso che tengo, tengo un panno rosso che vicino a casa facevamo tutta la paratura rossa, e mettevo il quadro di Peppino Di Vittorio…
Francesca Pastore (n. 1902), bracciante e dirigente comunista.